Conflittualità e attribuzioni di colpa nella coppia

La buona riuscita di una relazione sentimentale dipende dal grado di coinvolgimento nel rapporto, dall impegno profuso per mantenerlo vivo, dall’ amore per il partner, dal tempo trascorso insieme e dalle esperienze condivise, dall’ influenza che l’uno ha sulle attività, gli obiettivi e i progetti dell altro, dalla vitalità e dalla durata della relazione, dal grado di intimità esistente tra i partner, dalla serenità che lo stare insieme regala a entrambi (Handelsman, McLain, 1988; Kobak, Hazan, 1991).

– Conflittualità nelle coppie

Nelle relazioni intervengono sempre dei momenti di tensione. Osservando certe coppie viene naturale chiedersi perché mai i partner insistono nel voler mantenere vivi certi rapporti, quando la soluzione più ragionevole sarebbe senza dubbio quella di rompere la relazione e cercare un nuovo compagno.

Uomini e donne compiono atti che turbano e irritano i rispettivi partner e da ciò può nascere un conflitto.

Tali azioni sono le più varie andando dalla violenza fisica, alla condiscendenza, agli insulti verbali, all’infedeltà , all’aggressione,  al rifiuto sessuale, all’ubriachezza.

In base a studi fatti da Gottman e Levenson (1992), emerge come le donne si assumano di più la responsabilità di regolare l’equilibrio affettivo della coppia e di focalizzare le energie di entrambi nel tentativo di superare i momenti di crisi: lo fanno esprimendo sentimenti anche negativi, coerenti con le difficoltà da affrontare. In alcuni casi il ruolo femminile e’ amplificato al massimo e può risultare disfunzionale, e portare al divorzio.

Rispetto alle coppie “normali”, due coniugi poco affiatati che si trovano coinvolti in una discussione per la soluzione di un problema si lasciano sopraffare da emozioni e sensazioni negative, questa affettività distorta e bloccata li porta ad agire in modo sfavorevole. Quando c’è una mancanza di disponibilità da parte di uno dei due la collera, che di solito serve per protestare contro l’ inaccessibilità del partner, può venire esasperata manifestandosi sotto forma di comportamenti violenti o può venire inibita attraverso il ritiro.

Simili modalità incrementano la probabilità di risposte di difesa, e cicli ripetuti di espressioni non funzionali e di risposte di difesa perpetuano le aspettative negative per se’ è per gli altri ( Zak, 1998).

Ciò richiama il concetto di profezia che si autodetermina proposto da Watzlawick, Beavin, Jackson (1967). Ad esempio, una persona che agisce in base alla premessa: “ non piaccio a nessuno” si comporterà in modo sospettoso, difensivo o aggressivo, e’ probabile che gli altri reagiscano con antipatia al suo comportamento, confermando la premessa da cui il soggetto era partito.

 E’ irrilevante chiedersi perché una persona dovrebbe agire in base a una simile premessa, che cosa ha motivato questa premessa, fino a che punto il soggetto ne è consapevole. L’aspetto tipico e’ che l’ individuo in questione crede di reagire a quegli atteggiamenti e non di provocarli.

Russell e Wells (1994) affermano che il conflitto in sè non porta al deterioramento del rapporto d’ amore.

– Attribuzioni della colpa

I coniugi cercano spiegazioni causali, di chi è la colpa?

Se ciascuno ritiene l’ altro responsabile, si può instaurare un circolo vizioso, in cui entrambi si sentono accusati ingiustamente e autorizzati a reagire per recare di far valere le proprie ragioni, il legame tra i due comincia a indebolirsi.

Attridge, Berscheid e Simpson (1995) sostengono che ripensare continuamente al conflitto senza condividere con l’ altro le proprie impressioni e idee al riguardo porta a cristallizzarsi solo sulla propria prospettiva, fa vedere le cose più serie di quello che sono e fa sì che ci si incolpi reciprocamente.

Un’ altra modalità comune per gestire il conflitto nella coppia e quella dell’evitamento. Il fatto che una moglie reagisca positivamente a un comportamento di evitamento del marito potrebbe far parte di una strategia.

Scambiarsi opinioni aiuta a discutere e considerare altri punti di vista e a ridimensionare il problema.

Nella fase iniziale del rapporto i partner si dedicano totalmente alla costruzione della coppia in quanto nuova entità, ognuno cerca di mostrarsi nella luce migliore anche modificando le proprie caratteristiche individuali in modo che si combinino e si integrino con quelle dell’ altro. Maggiori sono gli aspetti caratteriali e le possibilità comportamentali che ciascuno reprime in sè, maggiori sono i rischi cui la relazione va incontro (Willi, 1987).

Le potenzialità individuali si riducono, la coppia si impoverisce sul piano del funzionamento e gli aspetti di personalità repressi finiscono inevitabilmente per riemergere, generando conflitti.

Il conflitto e’ difficilmente risolvibile, perché il partner che ha represso delle parti di sè, pur delegando il compito di guidare la coppia e di prendere decisioni al coniuge, allo stesso tempo lo odierà e si odierà proprio per questo dover dipendere da lui e cercherà di minarne l’autorità. L’altro partner, a sua volta, prova rabbia per la mancanza di iniziativa e la passività del coniuge, pur non sopportando un’ eventuale emancipazione.

La vera causa della tensione andrebbe ricercata nell’ impossibilità di riconoscere gli aspetti repressi della propria e altrui personalità.

La responsabilità di tutto ciò che non va nel rapporto viene proiettata sul partner e il comportamento sbagliato dell’ uno diventa l’ alibi del comportamento sbagliato dell‘altro.

I litigi assomigliano a rituali che hanno lo scopo di perpetuare la divisione collusiva dei ruoli.

Emerge l’ accordo di fondo nel non voler realmente cambiare alcunché la relazione.

Bibliografia di riferimento:

Attridge M., Berscheid E., Simpson J.A. (1995), “Predicting relationship stability from both partners versus one”, Journal of Personality and Social Psychology 69, 254-268.

Handelsman M.M., McLain J. (1988), “The barnum effect in couples: effects of intimacy, involvement, and sex on acceptance of generalized personality feedback”,Journal of Clinical Psychology, 46, 128-145.

Kobak R.R., Hazan C. (1991), “Attachment in marriage: effects of security and accuracy of working models”, Journal of Personality and Social Psychology, 60, 6, 861-869.

Russell R.J.H., Wells P.A. (1994b), “Personality and quality of marriage”, British Journal of Psychology, 85, 161-169.

Watlawick P., Neavin J.H., Jackson D.D. (1967), Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, Roma, 1997.

Willi J. (1987), La collusione di coppia, Franco Angeli, Milano.

Zak A. (1998), “Individual difference in perceptions of fault in intimate relationships”,Personality and Individual Differences, 24, 131-133.

Articolo scritto da:

dott.ssa Laura Tavani

Psicologa- Psicoterapeuta

www.psicomodena.com

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